Donne e uomini che hanno calcato la scena aziendale per molti anni hanno esperienza e maturità adeguate a misurare i ritorni dall’impegno che hanno finora dedicato alle diverse sfere della vita. Possono riflettere su come hanno distribuito la loro energia vitale nel lavoro, nella famiglia, nelle relazioni, nella cura di sé, nell’interiorità, nello svago. E possono quindi decidere come rimodulare tale energia verso armoniosi e gratificanti coinvolgimenti nel campo del lavoro, nel campo privato, nel campo sociale.

È il decennio di età che precede la pensione quello in cui l’individuo può dare il meglio al datore di lavoro grazie alla sua anzianità di carriera e alla sua cultura d’impresa. E può contemporaneamente perfezionare l’equilibrio tra impegno e qualità della vita, sia nell’attualità aziendale sia nella costruzione del ponte verso la vitalità generativa e lo stile di vita nei decenni che ha davanti. Si consolida così una vera e propria competenza, che chiamiamo “saper vivere” e che poniamo in parallelo alle competenze verticali e a quelle trasversali. Le tre categorie di competenze, integrate tra loro, producono il miglior connubio tra professionalità/produttività e buon vivere personale e sociale. Con esse si realizza la migliore completezza di essere umano.

Il servizio proposto alle aziende

Con le direzioni aziendali ragioniamo sul valore di un percorso di riflessione esistenziale, offerto ai dipendenti “senior” come benefit e focalizzato sulla vitalità nel lavoro e nella vita personale.

È un percorso indirizzato in primis a dirigenti, quadri, impiegati direttivi, estensibile poi anche ai loro team. Il servizio, a cura di esperti in rispettive discipline (consulenza aziendale, consulenza di sviluppo personale, educazione finanziaria, salute e benessere) combina docenza, spunti di riflessione, dialogo interattivo. La relazione tra i professionisti e gli interessati è articolata su incontri individuali oppure su seminari in piccolo gruppo. Le persone vengono guidate a mettere in rapporto l’impegno dedicato al lavoro con quello dedicato – tanto o poco – alle relazioni interne ed esterne all’azienda, alla famiglia, alla cura di sé, all’interiorità, allo svago, alla previdenza.

Due assi strategici del servizio

Uno è quello più verticale dell’active ageing, che si rifà a ciò che di meglio l’azienda si aspetta dai collaboratori senior: la persona viene guidata a leggere e scoprire dentro di sé le potenzialità con cui rinnovarsi ed essere produttiva in una giusta combinazione vita/lavoro che sia soddisfacente per sé e per l’azienda stessa.

L’altro asse, più trasversale, è quello della perspicacia con cui orientare efficacemente la distribuzione dell’energia personalenelle varie componenti dell’esistenza, nell’ottica della longevità generativa e del buon vivere a 360°: la persona valorizza le sue competenze globali e la sua progettualità di vita – nel breve, medio, lungo periodo – nel mondo del lavoro, nel suo mondo privato, nella collettività.

Risultati attesi

Il risultato minimo, ad onore dello spirito di welfare con cui l’azienda offre il servizio, è il “piano d’azione” che si costruisce la persona relativamente al suo progetto di vitalità e felicità nel tempo.

Ma il valore sta anche e soprattutto nella creazione del presupposto in base al quale la persona giunga consapevolmente a ridefinire con la direzione ruoli e compiti. In tal senso la programmazione può riguardare molteplici aspetti:

  • ammodernamento delle competenze in linea con i trend di evoluzione nel mondo del lavoro e nel mondo aziendale di appartenenza;
  • partecipazione in processi di change management in azienda;
  • sviluppo fino al tempo del pensionamento di un processo di “staffetta generazionale, svolta nello spirito dell’armonia inter-generazionale e del trasferimento ai più giovani di know-how, competenze tacite, cultura aziendale;
  • eventuale programma di accordo di collaborazione con l’azienda dopo il pensionamento, a tempo parziale o su chiamata.

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