Alta longevità e buoni standard di salute nella nostra società danno alle persone in età matura l’opportunità di interpretare anche reiteratamente le fasi della vita e di elevare le loro aspettative esistenziali. Con noi il senior non pensa al pensionamento che verrà come alla fine della vita attiva, né alla fine del suo personale contributo al mondo in cui vive. Punta piuttosto a rivedere e riequilibrare lo stile e la qualità della vita in un ambito di benessere e stimolante vitalità. Per questo prepariamo le persone a un nuovo capitolo nel ciclo della vita, nel quale il coinvolgimento e l’impegno totalizzante nel lavoro lasciano il campo ad un mix di impegno, pur sempre dinamico ma anche orientato ad un miglior vivere sul piano generale.

Lo spirito di “carriera della vita”

Il senior su cui poniamo attenzione è colui/colei che mantiene una posizione dinamica nell’evoluzione della sua “carriera della vita”. Non punta semplicemente a vivere bene il resto della vita. Gli interessa molto di più continuare a vivere la vita con pienezza e senso di scopo. Vuole curare l’identità personale e l’identità sociale, mettendo in armonia tra loro i valori pragmatici della buona economia con quelli della realizzazione personale nell’ambito degli impegni e delle emozioni della vita.

Il motivo conduttore è il supporto che diamo alle persone che traguardano la discontinuità che sarà determinata dal raggiungimento dei requisiti pensionistici e che hanno interesse a riflettere e a scegliere consapevolmente il taglio che vorranno dare alla loro vita nei prossimi decenni.

L’attenzione è posta su tutti gli “adulti maturi” e i “giovani anziani”, accomunati da fattori antropologici e sensibilità esistenziali che, ancorché in misura diversa, toccano persone di ogni livello professionale e culturale. Sono donne e uomini che essendosi impegnati a lungo ad esprimersi, sperimentare, faticare, fare bene, sbagliare, ripartire, generare, educare, talvolta sognare, …, hanno acquisito la misura di sé stessi, avendo visto il buono e il meno buono della loro storia lavorativa e personale. Possono così alimentare con spirito realistico loro attendibili aspettative per il futuro. Se ben guidati possono progettare e programmare col giusto investimento di energia tanto il loro tempo fino alla pensione quanto il tempo successivo.

Lo spirito di “welfare”

In parallelo, l’attenzione è posta sulle possibili modalità di governo del transitorio da parte dell’organizzazione datoriale che si confronta per tempo con la prospettiva della discontinuità del rapporto d’impiego con i collaboratori più anziani. Pensati e avviati con congruo anticipo, l’accompagnamento e la gestione della transizione permettono alle organizzazioni sia di ottimizzare l’apporto delle persone fino al distacco, sia di dare alle persone stesse il beneficio e lo slancio per inquadrare costruttivamente i criteri con cui regolare al meglio la loro “seconda parte della vita”.  

Ciò ha un particolare e forte sapore di socialità, che può essere letto con logiche di welfare in un innovativo intreccio di applicazioni. In un primo approccio c’è l’originalità del welfare professionale come nobile criterio con il quale l’azienda – con un’oggettiva guida esterna – offre ai collaboratori l’accompagnamento ad analizzare i loro valori e ad intraprendere percorsi per rendere appagante il tempo lavorativo e il rapporto vita/lavoro. In un secondo approccio il welfare professionale si riflette doppiamente sul dipendente anziano perché gli porta sia un buon presente in azienda fino al rilascio sia un patrimonio di visione e competenza per un buon futuro attivo in pensione. In un terzo approccio, l’azienda e la persona possono essere artefici di significativo contributo al welfare state: l’azienda può esserlo sostenendo l’ammodernamento delle competenze del pensionando anche ai fini di un suo prossimo impegno sociale nel suo territorio; la persona può esserlo mettendo a disposizione della comunità il valore della sua maturità e della sua esperienza, avendone in cambio un ambito su cui incanalare energie e vitalità per un elevato senso di scopo con cui continuare a prosperare.